venerdì 8 ottobre 2010

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Il pugno di Vargas Llosa e l’occhio nero di García Márquez

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 Attualità & Approfondimento / Il pugno di Vargas Llosa e l’occhio nero di García Márquez


Chi l’avrebbe mai detto. Uno s’immagina che il vincitore del premio Nobel per la letteratura sia sempre una persona distinta, pacifica, interessata alle lettere ed alla poesia, magari anche un po’ engagé ma pur sempre distaccata dalle passioni di noi comuni mortali. Ecco, giusto Dario Fo potrebbe essere un’eccezione che conferma la regola. E invece no. E invece anche i laureati del Nobel talvolta perdono le staffe.


Finzioni è venuta a conoscenza di una storia troppo succosa per non raccontarla, perché i protagonisti sono eccezionali: entrambi latinoamericani ed entrambi vincitori del Nobel, uno considerato di sinistra e uno considerato di destra. Gabriel García Márquez e Mario Vargas Llosa, per l’appunto. Vecchi amici – quando entrambi vivevano a Parigi – poi diventati irriducibili nemici.


La storia ha luogo nel 1976, per la precisione il giorno di San Valentino. I due scrittori sono invitati alla proiezione di un documentario in un cinema di Città del Messico. Non si vedono da tempo. Il peruviano arriva per primo e s’intrattiene con dei conoscenti. Il colombiano arriva poco dopo, lascia il soprabito al guardaroba e quando da lontano s’accorge della presenza dell’amico, gli si fa incontro a grandi falcate e a braccia aperte pronunciando un sonoro "Mario!".


Mario si gira, vede Gabo, e cosa credete che faccia? Che lo abbracci? No. Gli molla un potentissimo jab di destro in piena faccia! BAM!


La moglie di Márquez soccorre prontamente il marito e per evitare di far scandalo decidono insieme di non andare in ospedale, dove la notizia sarebbe immediatamente trapelata. Tornano a casa e giù di disinfettante e bistecche sull’occhio pesto (dico, ve la immaginate la scena?). Due giorni dopo il futuro premio Nobel 1982 si reca dal suo amico e compaesano Rodrigo Moya, famoso fotografo naturalizzato messicano, chiedendogli di documentare i danni prodotti dal cazzotto di Vargas Llosa: la foto è quella che vedete in alto. L’amico è incredulo e comincia a fare domande, ma Gabo mantiene il riserbo. E’ la moglie Mercedes che si abbandona al pettegolezzo.


Pare che una decina d’anni prima, quando entrambi gli scrittori vivevano a Parigi con le rispettive consorti, Vargas Llosa attraversasse una fase difficile del suo matrimonio. Gabo e sua moglie si trovarono dunque a fare da mediatori tra Mario e la sposa, accogliendo le lamentele e gli sfoghi di questa. Come è facile immaginare, si premurarono anche di dare alla sventurata dei consigli o comunque espressero dei pareri. Vargas Llosa riuscì poi a ricucire il rapporto con la moglie ma venne a sapere delle cose che gli (ex)amici colombiani avevano detto di lui, e la cosa non gli piacque affatto. Diversi anni dopo, in quel cinema di Città del Messico, decise di vendicarsi.


Ora che Mario Vargas Llosa ha vinto il Nobel, si aprirà il circo delle critiche, i sostenitori e i denigratori, i fan e i nemici. Considerato uomo di destra, verrà immediatamente contrapposto agli altri grandi autori latinoamericani che sono invece considerati di sinistra, in primis Gabriel García Márquez. Ma qui la politica non c’entra. Qui si tratta, banalmente, di una questione di litigi tra moglie e marito. E si sa come dice il detto…


eFFe




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IL LAUREATO!

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 Attualità & Approfondimento / IL LAUREATO!



Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa ha vinto il Premio Nobel per la letteratura del 2010!


Pochi istanti fa il portavoce della Commissione Nobel Peter Englund ha annunciato il nome del vincitore, scelto dai sei membri dell’Accademia di Svezia nel corso di una procedura segretissima, in virtù della quale le candidature possono essere rese pubbliche solo 50 anni dopo l’assegnazione del premio.


La motivazione del premio recita: «Per la sua cartografia delle strutture di potere e per le affilate immagini della resistenza, della ribellione e della sconfitta dell’individuo». Si tratta dell’undicesimo autore di lingua spagnola premiato con il Nobel.


Mario Vargas Llosa è nato nella città di Arequipa nel 1936, anche se ha vissuto molta parte della sua vita in Europa, tra Inghilterra, Francia e Spagna, di cui è cittadino dal 1993. La sua narrativa dunque risente sia degli influssi del paese d’origine che delle influenze europee. I suoi libri sono tradotti in moltissime lingue, e capolavori come La città e i cani, Conversazioni nella cattedrale e I quaderni di Don Rigoberto sono facilmente reperibili nel nostro paese.


Vargas Llosa è stato in passato insignito di altri premi prestigiosi come il Premio Cervantes e il Premio Grinzane Cavour, e come ogni buon scrittore latinoamericano che si rispetti si è interessato di politica: fu infatti candidato alle elezioni presidenziali in Perù nel 1990, per il partito di centro-destra "Frente Democratico", suscitando critiche aperte da più parti. E anche quest’assegnazione, ci scommettiamo, solleverà un bel vespaio! Chissà cosa ne dirà, per esempio, Gabriel García Mårquez


A lui vanno un diploma e una medaglia, che saranno consegnati durante la cerimonia di premiazione a dicembre, e un assegno di 10 milioni di corone svedesi, poco più di un milione di euro. E i complimenti di Finzioni, naturalmente! 


eFFe





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Davide La Rosa in TV!

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Picture credit http://lario3.splinder.com/post/23410404/vi-svelo-il-mistero


Attualità & Approfondimento / Davide La Rosa in TV!


Noi a Davide La Rosa, vignettista, umorista, collaboratore di Finzioni con i disegni per la rubrica Megaviaggi! di Alessandro Pollini (scaricatevi tutti i numeri in pdf per poterla leggere e vedere) gli vogliamo molto bene. E siamo molto contenti della notizia che ieri è comparsa nelle pagine del suo blog. In poche (sue) parole, 


mi potrete vedere in TV. Su Rai2… da oggi, per 6 mercoledi, dalle 21:00 a Voyager. Tratterò, ovviamente a modo mio, i misteri che vengono raccontati durante la puntata andata in onda. La cosa è avvenuta mesi fa, mi hanno contattato perchè hanno letto le mie strisce qui sul blog e, siccome pare che gli siano piaciute, mi hanno voluto con loro… così in agosto sono andato lì qualche giorno e abbiamo girato le varie puntate della nuova stagione di "Voyager". Io, se non ho capito male, dovrei avere due interventi con Giacobbo che mi fa domande e ride. Alla fine i miei fumetti li potrete vedere o nei titoli di coda o li metteranno sul loro sito.


Noi, che mai nella vita avremmo pensato di guardare davvero Voyager, faremo in questo caso un’eccezione. Vi invitiamo a farla tutti, come vi invitiamo a farvi un giro sul blog, che fa molto ridere ma anche molto pensare.


Jacopo Cirillo




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Rayuelando #109

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Rayuelando / Rayuelando #109 


Qui a Finzioni Magazine si fa della lettura creativa e questo è un fatto. È un fatto come è un fatto che la Rayuela di Julio Cortazar è un po’ il libro feticcio di cotanta baldanza sloganistica. Se youtubi forte, potrebbe capitarti, casomai, di cozzare un’intervista che il Corta ha concesso nel millenovecentoesessantasei a una televisione spagnola, tale TVE. Il nostro è quello con barba, denti neri, portacenere da terra a ore due e paglia incessante. È quello che parla il castigliano con la erre talmente moscia che, voglio dire, non ti abitui mai abbastanza a pensarlo argentino, nato a Bruxelles e cresciuto a Parigi, forse cresciuto a Parigi, forse a quello ti ci puoi abituare. 

 

Insomma che il Corta, dopo avere mandato in culo i critici e l’etichetta dell’anti-romanzo, ci scarta un cioccolatino paziente, ce lo porge, e ci introduce al concetto di nuove possibilità, di un tentativo differente di mettere in contatto un romanzo, uno scrittore e i suoi lettori, di un nuovo modo di leggere, per dire. È normale: c’è un tizio che scrive, un tizio che pubblica, dei tizi che comprano il libro e che leggono le pagine in numeresco ordine arabo e affermano: mi piace; oppure affermano: non mi piace. Stop. Lo facciamo tutti giornalmente barra settimanalmente barra mensilmente. 

 

Poi succede Rayuela, che ha almeno due ordini di lettura e centinaia di soluzioni a portata di lettura/lettore, che eleva il povero diavolo che acquista il libro alla stregua dello scrittore, che non si propone, che non si può proporre, due volte allo stesso modo. La mia Rayuela non sarà mai la tua Rayuela. Di più: la mia Rayuela di oggi è diversa dalla mia Rayuela di ieri e dalla mia Rayuela di domani. Una lettura attiva, un lettore complice, un libro infinito, il sogno di Jorge Luis Borges. 

A proposito. 

 

#109

 

Da qualche parte Morelli cercava di giustificare le sue incongruenze narrative sostenendo che la vita degli altri, quale ci appare nella cosiddetta realtà, non è cinematografo ma fotografia (…) Per questo non era per niente strano ch’egli parlasse dei propri personaggi nel modo più spasmodico che si potesse immaginare; dare coerenza alla serie di fotografie perché diventassero cinematografo (come sarebbe piaciuto enormemente al lettore che lui chiamava lettore-femmina), significava riempire con letteratura, presunzioni, ipotesi ed invenzioni gli iati tra una fotografia e l’altra. (…) Morelli pensava che l’esperienza vissuta di quelle fotografie, che lui cercava di rendere con tutta l’evidenza possibile, doveva mettere il lettore in condizioni di avventurarsi, quasi di partecipare al destino dei suoi personaggi. (…) I ponti fra l’una e l’altra istanza di quelle vite così incerte e pochissimo caratterizzate, dovevano essere presupposti o inventati dal lettore, dalla maniera di pettinarsi, se Morelli non la indicava, fino alle ragioni di un comportamento o del suo contrario, nel caso sembrasse insolito o eccentrico. (…) Qualche volta però le linee assenti erano le più importanti, le uniche che veramente importavano. (…)

 

Andrea Meregalli



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G.M. Pavone: "Si la nostra Democrazia è malata, ma è l’unica che abbiamo!"

A proposito di “cosa cambierà…” Riflessioni di un “volto vecchio” anzi no “vecchissimo”.


Giovanni Massimiliano Pavone, ex presidente del Consiglio della giunta Cantagallo, ha commentato l'articolo pubblicato sul nostro giornale, "Cosa cambierà nella prossima consiliatura?". E ha scritto:"Non ho condiviso il Vs. articolo dal sapore, mi si consenta la critica, vagamente “qualunquistico”


"No, non condivido il Vs. articolo che mi sembra non utile al dibattito che faticosamente inizia in Città e che al di là del probabile “ritiro delle dimissioni” porterà Montesilvano a breve o, comunque nel 2012, a risorgere!"


Pubblichiamo, così come inviato, il commento e ringraziamo il professor Pavone per la sua partecipazione. Quando un montesilvanese ci scrive e esprime le sue opinioni noi siamo soddisfatti del lavoro che conduciamo.  Condividiamo la sua frase:"Si la nostra Democrazia è malata, ma è l’unica che abbiamo!"


Montesilvano. Cosa cambierà nella prossima consiliatura?

Veloci verso il federalismo

Un veloce Consiglio dei ministri per dare il via libera al decreto che accorpa tre provvedimenti